I DSA e l’importanza dello screening precoce

Questo approfondimento lo vorrei dedicare a un argomento che mi sta molto a cuore: i DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento) e l’importanza dello screening precoce.

CHE COSA SONO I DSA?

I DSA consistono in difficoltà significative e persistenti nei processi di acquisizione e automatizzazione delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, “che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali” e di opportunità socio-ambientali favorevoli.

In base alle aree specifiche compromesse, essi si dividono in:

  • DISLESSIA (VELOCITA’ E ACCURATEZZA NELLA LETTURA)
  • DISORTOGRAFIA (SCRITTURA-COMPETENZA ORTOGRAFICA)
  • DISGRAFIA (SCRITTURA-COMPETENZA ESECUTIVO-MOTORIA)
  • DISCALCULIA (COMPONENTI DI COGNIZIONE NUMERICA- PROCEDURE ESECUTIVE- CALCOLO)

Tali disturbi, oramai riguardanti circa il 3-5% della popolazione scolastica,[1] spesso non sono riconosciuti tempestivamente dalla scuola ed affrontati adeguatamente, non per negligenza o scarsa attenzione dei docenti, quanto piuttosto per assenza di idonea formazione e risorse da impiegare. Il problema, però, è che a farne le spese, sono in primis i bambini, i quali, esposti a continui insuccessi e frustrazioni, si convincono di essere incapaci e rischiano di strutturare una personalità con bassa autostima, eccessiva insicurezza, nonché di reagire al fallimento con comportamenti di tipo depressivo od oppositivo, verso soprattutto le figure adulte di riferimento (insegnanti-genitori).

Ebbene quest’ultime, però, lavorando in sinergia ed affidandosi a delle figure esperte che intervengano in loro supporto, possono dare un contributo importante per trovare le “chiavi” giuste che aprirebbero quella “porta a doppia mandata e non murata”, che simboleggia i DSA.

LA LEGGE E IL RUOLO DELLA SCUOLA

La Legge 8 ottobre 2010, n.170, RICONOSCE i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ed ASSEGNA alle “scuole di ogni ordine e grado,(citiamo espressamente l’art. 3 comma 3 di suddetta legge), comprese le scuole dell’infanzia, il compito di attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7,comma1”, nonché di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più idonee, affinché gli studenti con tali problematiche, possano raggiungere il successo formativo.[2]

Nello specifico, l’azione relativa alle attività di screening nelle scuole, è affidata al primo decreto Miur, di tale legge, (di concerto con il Ministro della salute e previa conferenza stato-regioni), nel quale si esplica l’importante azione di emanare le LINEE GUIDA per la predisposizione di protocolli regionali, per le attività di identificazione precoce dei soggetti con DSA.[3]

Inoltre, all’ART. 2, in cui vengono elencate le finalità della legge sopra riportata, tra queste rientrano proprio:

Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi

Ridurre disagi relazionali ed emozionali

Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA.

Come sopra accennato, però, ci rende conto che non è facile realizzare quanto esposto dalla legge, non per assenza di volontà o scarso interesse, quanto piuttosto per mancanza di risorse formative o temporali; per la cui condizione, cari insegnanti in lettura, esprimo tutta la mia comprensione e solidarietà.

È alla luce dunque di quanto esposto, che si evidenzia l’importanza di far realizzare progetti di screening precoce nelle scuole primarie e ancor prima di percorsi di valutazione dei prerequisiti dell’apprendimento nelle scuole dell’infanzia, a personale esterno alla scuola, ma di supporto alla medesima.

I primi, effettuati mediante l’impiego di strumenti standardizzati in bambini/e del 2°anno della scuola primaria -per quel che concerne gli ambiti della letto-scrittura- e del 3° anno -per quel che concerne gli ambiti del calcolo – consentono alla scuola di agire conformemente alla legge e soprattutto, di favorire il benessere psicologico ed educativo degli/lle alunni/e, con ricadute positive anche sul lavoro quotidiano dei/lle docenti, perché qualora si riscontrasse precocemente un/a  bambino/a con difficoltà (non disturbo) di apprendimento e si procedesse ad un veloce percorso di potenziamento con relativo recupero, (cosa che confermerebbe l’assenza del disturbo), i/le docenti ne beneficerebbero  in termini di miglioramento del lavoro didattico quotidiano, evitando evoluzioni stabili e disabilitanti; il tutto, inoltre, ovviando  a  quegli ostacoli che normalmente non consentono ai/lle insegnanti  di agire direttamente. Per quel che riguarda la scuola dell’infanzia altresì è ormai opinione diffusa e provata in ambito scientifico che, durante l’importante periodo della scuola dell’infanzia, il bambino dovrebbe acquisire delle abilità di base (definite pre-requisiti) le quali, pur non trattandosi ancora di veri e propri apprendimenti scolastici, rappresentano le fondamenta sulle quali costruire con il tempo e tramite attività mirate, le competenze specifiche di lettura, scrittura e calcolo.

Da qui emerge l’estrema e scientificamente provata importanza di rilevare precocemente ed accuratamente, nei/lle bambini/e a partire dalla scuola dell’infanzia, (4-5 anni), le mancate acquisizioni, le lentezze o disarmonie nello sviluppo di tali specifiche abilità di base (linguistica, fonologica, logico-matematica, psico-motoria e sociale), poiché eventuali difficoltà misconosciute, potrebbero dar luogo a interventi tardivi, talvolta difficili da gestire da parte dei/lle soli/e insegnanti, nonché con scarse possibilità di successo, qualora le difficoltà si siano cristallizzate in conclamati disturbi di apprendimento.

Di contro invece, si rivela oltremodo proficuo per il benessere del/la futuro/a scolaro/a, nonché per la qualità dei servizi didattici di cui la scuola dovrebbe essere foriera, intervenire tempestivamente su processi che non si sono ancora completamente definiti, in quanto si agirebbe in un’età in cui le strutture cognitive del bambino, sono ancora in evoluzione e ampiamente modificabili anche in rapporto agli stimoli che l’ambiente offre. Cosa possibile durante il periodo della scuola dell’infanzia.

Prima si individua, prima si interviene, prima si recupera.

All’ART. 2 della sopra citata legge, per quel che concerne la scuola dell’infanzia si stabilisce che “nell’ambito della definizione dei protocolli regionali potranno essere individuate procedure e/o strumenti di rilevazione di cui siano disponibili dati di riferimento attendibili.

La condivisione con le famiglie del progetto di rilevazione – se condotta nei termini di un “sostegno alla salute ed allo sviluppo dei bambini” – crea un terreno favorevole per una raccolta aggiuntiva di dati e per un eventuale successivo avvio di un percorso diagnostico.”

È dunque in tale ottica dell’importanza della prevenzione e dell’impegno in questo da parte della scuola, (come recita la legge già a partire dalla scuola dell’infanzia), che l’attività specialistica esposta prima trova il suo fondamento.

Essa infatti, intervenendo a supporto degli insegnanti, già ampiamente impegnati nelle attività di didattica ordinaria, consentirebbe a quei bambini che stanno per immettersi nel primo ciclo della scuola dell’obbligo, e di conseguenza anche ai loro genitori  e ai docenti, di conoscere il livello relativo alle abilità di base degli apprendimenti scolastici e di conseguenza prevedere con largo anticipo quelle aree didattiche dove potrebbero incontrare maggiori difficoltà nonché quelle dove risultino essere maggiormente inclini, così da attuare successivamente, degli interventi o percorsi didattici, mirati al recupero od al potenziamento delle stesse, all’interno di quel luogo privilegiato, quale è la scuola dell’infanzia, dove è possibile strutturare percorsi didattici in modo flessibile, perché inseribili in attività ludiche, per tanto anche piacevoli per il bambino.

Anche in questo caso chiaramente, si usano materiali standardizzati e approvati dalla comunità scientifica.

SE SEI QUINDI UN GENITORE, UN/A INSEGNANTE DI SCUOLA DELL’INFANZIA O UN/A DOCENTE INTERESSATO/A A QUESTI PROGETTI DI SCREENING, NON ESITARE A CONTATTARMI

Lascio a seguire anche dei link a dei corsi, seminari e materiale scaricabile gratuitamente sulla tematica dei DSA e affini, erogati dalla piattaforma Igea, rivolti a professionisti/e, genitori e semplici interessati/e; per qualsiasi informazioni non esitate a contattarmi:

_____________________

[1] Dati forniti dall’ASSOCIAZIONE EUROPEA PER LA DISLESSIA

[2]Ai fini di una consapevole analisi di quanto scritto, alleghiamo al presente progetto, copia della Legge n.170 8 Ottobre 2010 e delle Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA

[3] Vedi allegato intero

Hai un problema o una questione particolare sulla quale hai dei dubbi?

CHIEDIMI UN CONSIGLIO

Se vuoi saperne di più sui servizi e le consulenze che offro clicca qui:

DI COSA MI OCCUPO
Approfondimenti recenti
Il Parent Training
In questo approfondimento, desidero condividere il mio modus operandi o metodo base implementato in anni di esperienza nel campo, quando effettuo dei percorsi di “parent training” [...]
Il ruolo della mamma e il legame mamma-bimbo/a
Il ruolo della madre è fondamentale per molteplici processi che riguardano il bambino e il suo sviluppo e la corposa letteratura a riguardo ce ne da conferma [...]
Contattami
Pensi di aver bisogno del mio aiuto? Sono a tua disposizione per una consulenza gratuita.